Demolizioni antistoriche a Catanzaro Di Maria Adele Teti*
Venerdi 23 marzo il sindaco ha convocato alcuni rappresentati delle forze sociali e culturali della città per esporre il programma relativo ai finaziamenti Por 2013-2020 relativo all’Agenda Urbana della città, la prima ad essere presentata alla Regione . Come rappresentante di Italia Nostra sezione di Catanzaro ho apprezzato il progetto proposto dal Sindaco Abramo soprattutto per quanto riguarda la necessità di intervenire nel centro storico. Dalla lettura del documento si evince la complessità del progetto, sviluppato in un quadro esaustivo che, speriamo possa essere attuato nelle ipotesi di fondo: speriamo, in definitiva, che quadri analitici possano poi generare progetti reali e non diventino libri di sogni come molti progetti regionali e comunali elaborati in questi anni..
Periferie, mobilità sostenibile, energia, acquedotto, istruzione, social hausing, sostegno al disagio abitativo e molto altro, compone il quadro degli investimenti che dovrebbe essere attuato tramite consistenti risorse finanziarie (circa 35 milioni oltre ai finanziamenti in atto nei vari canali attivati da precedenti finanziamenti di cui non si conosce la consistenza effettiva). Per quanto riguarda il centro storico. che nell’ambito dell’Agenda Urbana occupa un posto privilegiato, devo ammettere che, finalmente, si è preso visione dei problemi presenti e si propongono azioni volte al superamento dell’attuale propensione allo spopolamento e al depauperamento del patrimonio edilizio ed economico di questa parte di città.
Si deve tuttavia porre attenzione su alcune ipotesi d’intervento, destinate a catalizzare l’attenzione delle Associazioni e cittadini nel prossimo futuro e cioè di affidare la “rigenerazione “ essenzialmente a nuove costruzioni da realizzare tramite demolizioni di alcuni manufatti storici, quali l’ospedale vecchio ex Convento di S. Agostino e la scuola Maddalena anch’esso Convento delle Donne entrambi costruiti nel corso del XVI sec.; si prevede inoltre la ricostruzione dell’area Serravalle con un nuovo fabbricato. Tutto ciò rappresentano ferite al tessuto storico della città già ampiamente mortificato da demolizioni e sostituzione improprie che hanno contribuito ad alterare l’assetto complessivo.
In seguito al mio intervento, in sede di presentazione dell’Agenda, che mirava a far presente l’antistoricità di interventi di demolizione nei centri storici il sindaco ha sostenuto che il restauro costa più di una nuova costruzione, ma ciò è vero solo parzialmente se si tiene conto dei costi di demolizioni e smaltimento dei materiali di risulta che fanno levitare i costi complessivi di costruzione dei nuovi edifici. Comunque si contesta il metodo che vede i “costi” come unico parametro di valutazione rispetto al progetto complessivo che si pone come intervento di Rigenerazione Urbana e quindi volto al recupero dell’identità urbana già ampiamente mortificata. Per quanto attiene il progetto di attuare edilizia sociale (social hausing) nel patrimonio pubblico comunale e nel patrimonio privato abbandonato da acquisire da parte del comune a favore di giovani coppie, anziani, immigrati ecc al fine di attenuare il disaggo abitativo di queste categorie, si plaude a questo progetto, più volte auspicato da Italia Nostra, da considerare l’unico in grado di rivitalizzare il centro storico urbano,
Per attuare questo progetto di individuerà un “Agenzia” in grado di realizzare, per conto del comune il progetto di rigenerazione urbana. Sicuramente questo progetto è il più delicato tra tutti in quanto se il parametro costi e benefici sarà prioritario si potrà assistere alla compromissione di tutto il centro storico, con sopraelevazioni e interventi impropri in grado di alterare i valori ambientali diffusi di cui non sempre si ha contezza, visto che trattasi di edilizia minore – di tessuto connettivo -ma indispensabile a garantire la sopravvivenza del centro.storico inquanto tale.
Visto la mancanza di una legge regionale sui criteri da perseguire nella rigenerazione dei centri storici, ad esempio come quella approvata in Puglia ormai da molti anni, sarà necessario mettere a punto un decalogo e un “manuale di buone pratiche” alfine di evitare interventi impropri. Più volte, infatti, alcuni esponenti di costruttori e di associazioni costruttori hanno sottolineato, in convegni e riunioni, la necessità di demolire, sopraelevare, aumentare i volumi per rendere remunerativi gli interventi nel centro storico. Bisognerà dunque capire cosa si farà e analizzare i progetti attentamente senza delegare a scatola chiusa interventi che potrebbero giocare contro la rigenerazione effettiva del centro storico. Infine altri progetti preoccupano e non poco ; la localizzazione di un nuovo ospedale, l’area Giovino che cresce senza piano complessivo, Germaneto nell’assetto complessivo ed infine il progetto di consumo di suolo zero: ma quest’ultimo giustissinmo progetto sarà in grado di bloccare le moltissime nuove costruzioni autorizzate dalla Commissione urbanistica che ormai punteggiano e stanno compromettendo tutto il territorio di Catanzaro?.
*presidente Italia Nostra sezione di Catanzaro