«Non c’è bisogno di sperare per intraprendere, né di riuscire per perseverare» di Piero Bevilacqua
Care e cari,
benché con l’animo colmo di delusione ( per i risultati generali che riguardano il Paese e in particolare il nostro Sud) so che debbo delle informazioni e dei ringraziamenti personali. Ringrazio tutti voi, siete centinaia e non posso farlo nominalmente, ma alcuni debbo nominarli, perché in questa campagna elettorale. fatta alla buona e tra amici, hanno messo a disposizione molte delle loro energie personali . Fra questi fatemi almeno ricordare Battista Sangineto ed Enzo Paolini a Cosenza,Pasquale Alcaro a Soverato, Bonaventura Zumpano a Catanzaro, Tonino Perna a Reggio,Giuseppe Giuliano a Termoli, Laura Travaglini a Napoli.
Nel disastro generale, per la verità, neppure la mia candidatura ha brillato. Complessivamente, in tutta la circoscrizione meridionale, ho preso 3691 voti. Un risultato francamente magro, che si spiega innanzitutto con la mia limitatissima campagna a livello territoriale.Non solo ho dovuto onorare impegni presi in precedenza andando in giro per l’Italia( la candidatura è arrivata all’ultimo momento), ma mi sono trascinato nei pochi posti dove sono riuscito ad andare, zoppo e dolorante. Posso dire senza alcuna esagerazione che per i dolori articolari che mi hanno tormentato, sul piano fisico questi ultimi due mesi sono stati i peggiori che abbia mai patito nella mia vita.
Quindi ho girato poco, non sono neppure riuscito ad andare da Tonino a Reggio, oltre che presso altri amici.
Ma ci sono altri motivi che spiegano il mio risultato, relativi al funzionamento della campagna elettorale all’interno de La Sinistra, su cui non voglio dir nulla, per non aggiungere altre croci a quelle che già portiamo.
E tuttavia una osservazione la voglio avanzare, che mi viene suggerita da tante testimonianze degli amici. Non poche persone, miei vecchi estimatori, anche calabresi, non mi hanno votato per paura di indebolire il fronte antisalvini. Questa è veramente il suicidio più clamoroso con cui quel che resta della sinistra si sta togliendo di mezzo da sola. Salvini con la paura si prende l’Italia, mentre il Pd (non da oggi) per paura del peggio mantiene il suo potere di forza moderata e di difensore dello status quo.Basti dire che durante la campagna elettorale ( come del resto quei poveretti dei 5S), i suoi dirigenti non hanno detto una parola, sull’autonomia differenziata, uno dei pochi grandi temi antisalvini. Una secessione camuffata che i meridionali pagheranno molto cara. Questo ennesimo “voto utile”, che consacra il nulla programmatico di Zingaretti, alleato del neoliberista Calenda ( il quale non a caso guadagna centinaia di migliaia di voti nel Nord-Est, guarda un pò! )
ancora una volta dimostra quanto ho affermato a Napoli tra gli applausi:
“il PD rappresenta il più serio ostacolo alla nascita di un partito di sinistra in Italia.” Costituisce un ostacolo non solo perché trattiene al suo interno, inerti e paralizzati tanti politici bravi e preparati, amministratori di valore, ecc, ma perché con la politica del meno peggio congela anche la geografia tradizionale della sinistra.
Quanto alla Sinistra, e ai suoi grandissimi limiti e responsabilità, rimando al mio articolo ,che vi ho già mandato e che è uscito ieri sul Manifesto.
Naturalmente la battaglia continua.Negli ultimi tempi, nei quali la storia sembra ritornare indietro, mi tiene compagnia un motto con cui ho concluso la mia lezione di commiato dall’Università della Sapienza. E’ di Guglielmo il Taciturno :<< Non c’è bisogno di sperare per intraprendere, né di di riuscire per perseverare.>>.
Una abbraccio a tutti voi,
Piero